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Césare, Caio Giulio.

Il maggiore fra i generali e gli uomini di Stato dell'antica Roma, nato a Roma da famiglia nobilissima. Nipote di Mario da parte materna, durante la dittatura di Silla, si allontanò da Roma e andò in Asia, dove fece le prime prove nelle armi. Morto Silla, tornò a Roma e si fece conoscere come oratore. Iniziò presto la sua vita pubblica: nel 68 a.C. fu questore in Spagna, nel 65 a.C. edile curule, nel 63 a.C. pontefice massimo, nel 62 a.C. pretore, nel 61 a.C. pretore in Spagna, nel 59 a.C. console. Costituì il primo triumvirato con Pompeo e Crasso, e ottenne il governo della Gallia Cisalpina. Proconsole, si rese celebre con la conquista della Gallia transalpina, vincendo, dopo alterne lotte e spesso con forze inferiori, i Galli, gli Elvezi, i Belgi, i Teutoni, i Germani, i Britanni (58-51 a.C.). Nel 48 il Senato, istigato da Pompeo, gli intimò di deporre il comando; C. invece passò con i suoi armati il Rubicone, confine tra il territorio italico e quello provinciale, e marciò su Roma. Pompeo fuggì in Grecia, e C. entrò nell'Urbe da trionfatore. Indi vinse Pompeo stesso a Farsaglia (48 a.C.), Farnace a Zela, i pompeiani a Tapso (46 a.C.) e Munda (45 a.C.) Padrone assoluto di Roma, ebbe la dittatura a vita, la censura, il pontificato; la sua persona fu dichiarata sacra e inviolabile; gli furono innalzate statue e altari. Fu clemente con i nemici, diminuì il potere del Senato e dei comizi, ristabilì l'ordine, distribuì a 80.000 poveri tre colonie, riformò il calendario. Mentre preparava altre riforme e una spedizione contro i Parti, si ordì contro di lui una congiura da parte di un gruppo di nobili repubblicani per il 15 marzo (Idi di marzo) del 44. C. ne ebbe sentore, ma volle recarsi ugualmente al Senato. Al suo arrivo i congiurati si fecero intorno e l'uccisero ai piedi della statua di Pompeo. Alla notizia del fatto, il popolo tumultò; i suoi funerali furono celebrati con solennità straordinaria; il Senato gli decretò onori divini. Fu anche scrittore di notevole valore, dallo stile sobrio ed efficacissimo; mentre della sua produzione poetica ci restano solo sei esametri di buona fattura, delle opere in prosa ricordiamo: Orazioni, L'Anti-Catone (anch'esso perduto), lettere e i Commentari della guerra gallica, che entrano nella categoria delle memorie biografiche, molto frequenti tra i Romani (101-44 a.C.).
Cartina delle campagne militari e delle conquiste di Giulio Cesare